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Livelli di Difficoltà

I NOSTRI VIAGGI

Benvenuti su Appennino Slow!

In questa pagina troverai alcuni conisgli utili per non farti trovare impreparato alla partenza di uno dei nostri viaggi alla lenta scoperta della nostra meravigliosa terra! Nel nostro catalogo ci sono viaggi per tutti gli interessi e le esigenze dei nostri camminatori, prima di prenotare presta attenzione alla difficoltà del cammino alla quale sei ineressato e ATTENZIONE! non sempre è previsto il trasporto bagagli.

Livelli di difficoltà dei viaggi a piedi

testi di Francesco Saliola

Definire la “difficoltà” di un viaggio a piedi richiede di prendere in considerazione molti aspetti:

  • le caratteristiche tecniche del percorso e il tipo di fondo che si percorre, se comode strade sterrate o sentieri impervi;

  • l’impegno fisico dovuto alla lunghezza e al dislivello cumulativo in salita delle varie tappe;

  • l’opzione del bagaglio trasportato separatamente o, invece, la necessità di caricarsi sulla schiena lo zaino completo;

  • le condizioni meteo tipicamente attese, più o meno avverse;

  • la presenza di punti ristoro e fonti d’acqua lungo il percorso;

  • il tipo di sistemazione nelle strutture in cui si alloggia, più o meno spartane a seconda delle disponibilità sui vari itinerari.
     

E a questi, che sono solo gli elementi principali, se ne potrebbero aggiungere altri, considerando sempre che peculiari condizioni esterne — caldo estremo o continue precipitazioni, ad esempio — possono rendere più difficile un viaggio che di per sé lo sarebbe meno.

Non è quindi così lineare stabilire esattamente quanto un viaggio potrà essere facile o difficile. Forniamo pertanto di seguito delle indicazioni di massima, invitando a non sottolavutare l’esperienza che si va ad affrontare, e ad allenarsi per tempo, per viverla al meglio.

 

La nostra scala di indicazioni individua 4 livelli di difficoltà: turistico, moderato, impegnativo, molto impegnativo. Per avere un’ulteriore e più approfondita comprensione dell’impegno richiesto, consigliamo comunque di leggere sempre attentamente sul nostro sito la lunghezza delle tappe e i dislivelli in salita e discesa riportati nel Programma di ciascun viaggio a piedi.

Ai diversi livelli di difficoltà può essere aggiunto anche un  "+", a indicare che, pur rimanendo in quel livello, siamo al massimo di tale difficoltà.

Pertanto, un livello Moderato + rappresenta un viaggio che resta del livello moderato ma con qualche leggera difficoltà in più che comunque non lo fa diventare impegnativo. Allo stesso modo, un viaggio Impegnativo + non sarà ancora definibile come molto impegnativo, ma presenterà qualche difficoltà in più rispetto alla definizione di Impegnativo senza alcuna ulteriore specificazione.

●●● | Turistico: Adatto a (quasi) tutti, anche a chi è alla prima esperienza. Si cammina per un numero limitato di ore ogni giorno, su terreni senza difficoltà tecniche, con dislivelli cumulativi in salita giornalieri che non superano in genere i 300 m D+.

●●●● | Moderato: Adatto a chi ha già una qualche abitudine al cammino. Si cammina per svariate ore al giorno, su terreni agevoli o con difficoltà tecniche davvero minime, con dislivelli cumulativi in salita giornalieri che possono raggiungere i 600 m D+.

●●●| Impegnativo: Adatto a chi ha già una buona abitudine al cammino. Si cammina su terreni che potrebbero avere anche qualche difficoltà tecnica, ma non necessariamente. Le tappe sono lunghe in genere anche oltre i 20 km, con dislivelli cumulativi in salita che possono raggiungere i 1000 m D+, e richiedono di camminare per numerose ore ogni giorno. È richiesto un positivo spirito di adattamento.

●●●● | Molto Impegnativo: Adatto a camminatori abituali, con un buon allenamento. Si cammina su terreni che potrebbero avere anche difficoltà tecniche. Le tappe sono molto impegnative per la lunghezza e/o per il dislivello che può superare i 1000 m D+, e richiedono di camminare per tante ore al giorno. Per la necessità di portare lo zaino completo e/o per il tipo di ricettività, nonché per altri motivi, richiedono notevole spirito di adattamento e possono rappresentare una sfida psicologica.

*per tutte le nostre partenze è necessario avere una buona base di allenamento in modo tale da poter affrontare serenamente l'esperienza!

Anche nei viaggi di difficoltà minore l'impegno fisico richiesto non va assolutamente sottovalutato.

Consigli Utili

testi di Francesco Saliola

Tempo di lettura 25 min

 

Quelle che seguono sono alcune pagine informative con consigli e indicazioni che potranno servire come base per preparare il materiale da portare nei viaggi a piedi. Si tratta solo di note veloci, ma non semplicistiche, che intendono aiutare il camminatore con meno esperienza o con qualche indecisione.
Affronteremo i seguenti argomenti:


• il contesto: che tipo di viaggio a piedi ci attende?
• l’importanza di calze e calzature e come sceglierle
• la scelta dello zaino
cosa portare nello zaino: un elenco indicativo

IL CONTESTO E LA TIPOLOGIA DI VIAGGIO

Ci sono quei viaggi a piedi che prevedonoil trasporto bagaglio: con questo servizio, durante la giornata occorre portare sulle spalle solo uno zainetto per le esigenze quotidiane (borraccia, pranzo al sacco, indumenti per proteggersi in caso di pioggia e/o freddo, cappello e poco altro), mentre tutto il resto (necessario per la notte, per l’igiene personale, vestiti di ricambio, ciabatte e quant’altro) ci viene recapitato direttamente nella struttura in cui trascorreremo la notte. In questo caso, preparare un leggero zainetto per la giornata sarà relativamente semplice.


Un'altra tipologia di viaggio a piedi molto diffusa sui “cammini”, in cui si dorme e mangia in strutture attrezzate e non occorre portarsi tenda, materassino e materiale per cucinare. È però indispensabile trasportare nello zaino tutto il resto: ricambi, necessario per l’igiene personale,
ciabatte, etc.


Va inoltre valutato l’ambito in cui ci muoveremo: un conto è fare un trekking in ambiente naturale, magari dormendo in rifugi o strutture comunque isolate, dove spesso è impossibile poter acquistare lungo il percorso materiale utile o dimenticato; un altro discorso è percorrere un itinerario che tocchi paesi, borghi e cittadine dove è possibile trovare negozi vari, farmacie e quant’altro.

CONSIGLI PER LA SCELTA DI CALZE E CALZATURE

Il piede è la base di tutta la camminata e quindi più ci si sente a proprio agio passo dopo passo, maggiore sarà il benessere generale: in tal modo eviteremo fastidi e infortuni e potremo assaporare appieno il nostro viaggio lento a piedi.
Di seguito, forniamo qualche indicazione per la scelta di calze e calzature.
 

CALZE

Le calze sono un elemento cardine dell’abbigliamento dell’escursionista: ciò nonostante, spesso la loro importanza non è compresa, se ne trascura la scelta e si utilizzano prodotti di bassa qualità.
Anzitutto sono importantissimi i materiali con cui sono realizzate. Occorre evitare ad ogni costo il cotone, poiché è pesante, assorbe molta umidità e non asciuga rapidamente.
Per questo il cotone è inadatto a garantire le buone condizioni di “asciutto sullapelle” che invece sono meglio favorite da materiali “tecnici”.
Un piede umido, surriscaldato e che “sfrega” può sviluppare più facilmente arrossamenti e vesciche. Non che queste non si verifichino anche con materiali tecnici, ma la probabilità di una loro insorgenza è decisamente più bassa.
 

MATERIALI

I materiali preferibili per le calze sono i moderni filati sintetici e la lana merino; anche nelle calze in merino, comunque, la lana sarà mescolata a una certa quantità di nylon (poliammide) che allunga la durata della fibra naturale, e a un po’ di elastane per garantire elasticità e vestibilità: una calza totalmente in lana merino durerebbe troppo poco in relazione al costo.

È per questo che i grandi marchi del settore realizzano in genere calze in lana merino con una percentuale variabile tra il 20 e il 40% di materiale
sintetico.


La lana merino mantiene il piede piuttosto caldo ed è ottima per l’inverno, ma esistono anche modelli di calze di lana merino sottili o ultrasottili che vanno bene con il caldo.


Le calze moderne totalmente in sintetico — in genere poliestere a cui viene aggiunta una certa quantità di nylon e fibre elastiche — hanno una notevole rapidità di asciugatura per cui è molto facile lavarle alla sera e averle già asciutte all’indomani mattina, specie nella stagione calda.


SPESSORE

Le calze sono prodotte in diversi spessori: in genere lo spessore maggiore è adatto a climi molto freddi, mentre lo spessore fine è adatto al caldo. Calze di spessore medio si adattano abbastanza bene a svariate condizioni climatiche, purché non estremamente fredde o calde.

Ma in estate, specie se si sceglie la lana merino, è bene fare ricorso a calze di spessore sottile, per non surriscaldare il piede.

Non dimenticare mai che lo spessore influisce sulla calzata delle scarpe: una scarpa che magari ci va molto bene con una calza sottile, ci starà stretta se usiamo una calza a spessore grosso.

Questo va tenuto presente nella scelta della calzatura: meglio andare a comprare le scarpe indossando le calze che si utilizzeranno effettivamente durante il cammino. Per questo, le calze andrebbero scelte prima delle scarpe…
 

Lo ripetiamo: le calze sono un indumento fondamentale sulla cui scelta si investe troppo poco tempo e troppo poco denaro, che casomai è meglio risparmiare su altri elementi dell’equipaggiamento, ma non sulle calze e sulle scarpe.

SCARPE

Per quanto riguarda le scarpe, ricordarsi sempre che taglia e calzata corrette sono fondamentali: occorre quindi provare a lungo in negozio diversi modelli di scarpe, prima di acquistarle, usando per la prova le stesse calze tecniche che si useranno in cammino, e considerando sempre che, nei lunghi cammini, il piede tende un po’ a gonfiarsi nella seconda parte della giornata. È quindi ideale andare a provare le scarpe nel pomeriggio.


Ricordare inoltre che una scarpa di misura leggermente più grande può essere sempre “recuperata” indossando una calza appena più spessa o usando una soletta sottoplantare; ma una scarpa da trekking anche solo leggermente stretta non può essere “allargata” e impedirà di camminare agevolmente per molte ore.
È buona norma tenere le unghie del piede corte, affinché non sfreghino con l’interno della scarpa, e questo è importante soprattutto quando si debbano affrontare ripide discese. Nei negozi specializzati dovrebbe essere disponibile una pedana inclinata sulla quale provare le scarpe: serve a capire se in discesa le punte dei piedi toccheranno l’interno della scarpa. Questo “battimento in punta” non deve verificarsi e quindi, se scendendo
sulla discesa artificiale si sente fastidio sulle punte, occorre scegliere una scarpa di misura più grande, almeno di un mezzo numero se non di più.
 

MISURA

A proposito di misure, non fidatevi troppo solo dei numeri: scarpe dello stesso numero, ma di marche diverse possono calzare in maniera anche significativamente diversa.
Scegliete sempre in base a come “sentite” la scarpa e non al numero di scarpe “normali” che calzate nella vita di tutti i giorni: ad esempio, non è detto che se un uomo usa generalmente il 42 di normali scarpe di cuoio, automaticamente gli andrà bene la stessa taglia di scarpe da trekking. Magari potrebbe servire un 43 o un 43½ e in questo non c’è nulla di strano.
Ciò che fa fede è la comodità di calzata: le dita del piede devono potersi muovere liberamente nella parte anteriore della calzatura, non devono battere in punta, e al contempo il piede non deve scivolare dentro la scarpa allacciata.
 

Ricordate inoltre che le diverse marche realizzano scarpe con calzata diversa: la maggior parte dei marchi privilegia la pianta stretta, pochi altri la pianta larga, quasi tutti forniscono modelli specifici per donna — con la parte del tallone più stretta — e così via.
Occorre fare molte prove e non scegliere solo in base al colore o all’aspetto, ma tenendo in cosiderazione la sensazione complessiva di comodità e stabilità. A parità di lunghezza del piede, e di modello di calzatura, una certa scarpa potrebbe essere perfetta per una persona con piede a pianta stretta e terribile per una persona con piede a pianta larga. Occorre quindi innanzitutto capire che tipo di piede è il nostro, e scegliere di conseguenza marche e modelli.
Chiaramente, dopo diversi tentativi e qualche acquisto “sbagliato”, i più esperti arriveranno a trovare la “loro” scarpa, vale a dire un determinato modello di una determinata marca che è quasi “perfetto”. In quesl caso, ovviamente, il numero della misura diventa affidabile e solo allora si potrà comprare quasi “a scatola chiusa” quella determinata taglia di quel modello.


MATERIALI

Tralasciando i pochi modelli vintage tutti in pelle, oggigiorno la tomaia delle scarpe per camminare è realizzata in genere con un misto di pellami e materiali sintetici oppure solo in sintetico.
Le scarpe con tomaia totalmente o parzialmente in pelle richiedono notevoli cure, con l’uso di appositi prodotti (creme, cere etc.) che hanno la duplice funzione di “nutrire” il pellame e di renderlo più impermeabile.

Le tomaie realizzate completamente in sintetico richiedono una manutenzione più semplice: basta lavarle con acqua, usando una spugna
o una spazzola molto morbida, farle asciugare bene all’aria, lontano da fonti dirette di calore o dall’esposizione diretta al sole, e poi spruzzarle con uno spray impermeabilizzante.


E a proposito di impermeabilità… meglio scarpe con membrane impermeabili e traspiranti (tipo Gore-Tex, eVent etc.) o senza? Dipende da molte considerazioni: le membrane impermeabili e traspiranti tengono fuori l’umidità e mantengono il piede più asciutto e caldo, quindi sono molto adatte per situazioni meteo di freddo e bagnato, oltre che a percorsi in cui si incontreranno ghiaccio e neve.
In condizioni di caldo prevalentemente asciutto, una calzatura con il Gore-Tex tende a surriscaldare il piede maggiormente rispetto a una scarpa senza membrana, quindi potrebbe essere preferibile scegliere modelli senza membrana impermeabile e traspirante.
Va tenuto inoltre presente che, per quanto le membrane impermeabili e traspiranti effettivamente evitino l’ingresso dell’acqua derivante dal contatto con la neve o l’erba bagnata, in caso di forti piogge, alla lunga il piede si bagnerà comunque, perché l’acqua entrerà nella scarpa da sopra.
Una scarpa con membrana impermeabile e traspirante, una volta bagnata, perderà parte delle sue caratteristiche di traspirabilità e necessiterà di periodi più lunghi per asciugarsi, rispetto a una scarpa sprovvista di tale membrana.


SUOLA

Delle buone scarpe da camminata devono avere una suola solida, ma non per questo rigida; anzi la flessibilità del materiale è molto importante per offrire una buona capacità di rullata del piede e favorire la propriocezione e la reattività della pianta del piede.
Ci sono, ovviamente, anche situazioni in cui una suola più rigida può aiutare: terreni molto aspri, oppure fondi molto cedevoli, come sfasciumi di rocce o terreno costantemente fangoso. Ma per situazioni di fondo meno disagevoli (sentiero battuto, strada sterrata, addirittura asfalto) una suola più flessibile asseconderà maggiormente il naturale movimento del piede.
Anche la mescola e la scolpitura della suola sono molto importanti: per farsi un’idea in questo senso, basta visitare approfonditamente il sito web di una ditta affidabile come Vibram, le cui suole sono usate da molti produttori di scarpe, e rendersi conto di come tassellatura e densità delle diverse suole si adattino alle diverse tipologie di terreno.
Se affronterete terreni piuttosto compatti, magari con svariati tratti in asfalto, come accade sui “cammini”, probabilmente è meglio evitare le suole con tassellatura a “tacchetti” — tipo scarpe da calcio o rugby, per capirci — che si consumeranno molto in fretta. Questo stesso tipo di tassellatura, invece, risulterà ottima nei terreni fangosi o molto sciolti.


ALTE O BASSE?

La scarpa alta alla caviglia protegge da possibili urti sui malleoli, rende più difficile a sassi e terra di infilarsi nella calzatura, evita all’acqua di entrare da sopra quando si attraversano pozzanghere o bassi corsi d’acqua.
La suola è un elemento molto importante della scarpa, che deve grantire l’aderenza al terreno grazie al tipo di mescola e di tassellatura.
La scarpa bassa, dal canto suo, consente migliore aerazione del piede, è meno “costrittiva”, è più leggera e affatica meno sulle lunghe distanze.
A differenza di quanto si crede, l’allacciatura alta non tutela dalle “storte”, che possono verificarsi anche con scarponi alti sopra il malleolo, sebbene per qualcuno questi forniscano un maggiore supporto, più di tipo “psicologico” che fisico.
Pertanto, tranne che nelle condizioni climatiche e di terreno più “estreme” (neve, ghiaccio, sfasciumi di roccia, ghiaioni) che fanno propendere sicuramente per gli scarponi, negli altri casi la preferenza tra scarpe alte o basse è soggettiva. C’è chi si sente a suo agio solo con pesanti scarponi anche su strade asfaltate nelle più afose giornate d’estate e chi non li tollera e utilizza pertanto quasi sempre modelli ad allacciatura bassa e molto leggeri.


QUALE MODELLO SCEGLIERE?

Ferma restando la preferenza personale, come indicazione generale possiamo dare la seguente. In condizioni climatiche non invernali, per un “cammino” o un trekking che non presenti passaggi particolarmente tecnici, vanno scartati sia i rigidi e pesanti scarponi da alpinismo / escursionismo invernale, sia le comuni scarpe da corsa su asfalto, con suola poco tassellata.
 

Sono piuttosto adatte, invece, delle robuste scarpe basse da trail running, o degli scarponcini leggeri da trekking, non troppo alti alla caviglia, con una suola sufficientemente flessibile e dotata di tassellatura sufficientemente scolpita.
 

MAI PARTIRE CON SCARPE NUOVE!

Infine, una nota di cautela: mai partire per una lunga escursione o un cammino di più tappe calzando scarpe nuove. Fortunatamente le scarpe moderne in materiale sintetico si modellano già in qualche camminata, a differenza dei tradizionali scarponi in cuoio, che necessitavano di un periodo di “rodaggio” e ammorbidimento lungo anche molte settimane.
Ma, in ogni caso, è bene utilizzare per il cammino scarpe già adeguatamente rodate. Dopo averle provate in negozio e acquistate, è bene tenerle ai piedi in casa, anche per qualche ora di seguito, senza togliere le etichette: in tal modo, se ci si rende conto che la misura è piccola o che ci sono dei punti dolenti, si potrà richiedere al negozio un cambio di numero nei giorni immediatamente successivi all’acquisto.
In seguito, prima di utilizzare le scarpe per lunghe escursioni o cammini di più tappe, è bene usarle nella vita quotidiana — se le convenzioni sociali e l’abbigliamento previsto per il proprio lavoro lo consentono — e poi per brevi passeggiate, in modo da “ammorbidirle”.
Questo breve periodo di rodaggio eviterà o almeno limiterà problemi che potrebbero insorgere durante le lunghe tappe di un cammino.

 

CONSIGLI PRATICI PER LA SCELTA DELLE SCARPE

Per concluere questo argomento, ecco allora una serie di consigli per scegliere al meglio la giusta misura della scarpa.


Dimenticatevi il “vostro” numero di scarpe generiche: le scarpe sportive da escursionismo hanno diversa calzata e, tra una marca e un’altra, non c’è congruenza di numeri.
Valutate se potete indossare scarpe a pianta stretta o se vi servono delle calzature a pianta larga. Scegliete sempre in base a come effettivamente sentite la scarpae non al numero che supponete di avere. Le scarpe vanno provate, e non solo per due minuti; poi è chiaro che, se da anni calzo con soddisfazione un determinato modello di una determinata marca, posso andare più facilmente “a scatola chiusa”.


Provate le scarpe indossando già le calze tecniche con cui le utilizzerete: una scarpa che “veste” perfettamente con una calza di spessore sottile non accoglierà in maniera ugualmente comoda il piede quando si indosseranno calze più grosse. Tenetelo sempre presente!


Andate a provare le scarpe nel tardo pomeriggio magari dopo una giornata stressante per i piedi: nella seconda parte della giornata, i piedi tendono a gonfiarsi, ed è bene comprare scarpe che siano in grado di gestire questo rigonfiamento.


Provate entrambe le scarpe e non solo quella destra o quella sinistra: seppur con minime differenze, i piedi non sono mai perfettamente uguali e potreste ritrovarvi a scegliere la calzatura… con il piede sbagliato.


A scarpe allacciate, la scarpa deve essere solidale con il piede, ma senza costringerlo. Dovrebbe rimanere sufficiente spazio per le dita del piede: muovetele in alto e in basso, contraetele, divaricatele. Se la cosa è impossibile o crea anche leggeri fastidi, la scarpa è troppo corta o ha punta troppo stretta o ha un volume per voi inadatto (o una combinazione di questi elementi).


• Provate le scarpe a lungo in negozio: camminateci un po’, date dei piccoli colpi in punta, sedetevi, alzatevi. I negozi specializzati dispongono di una pedana inclinata su cui camminare avanti e indietro: serve a capire se in salita i talloni si muovono troppo, e se in discesa le punte dei piedi toccheranno l’interno della scarpa. Se si sente anche il minimo fastidio sulle punte mentre si scende, occorre sicuramente passare
alla scarpa di almeno un mezzo numero più grande.


• Una volta acquistate le scarpe che fanno per voi, tenetele ai piedi, in casa, per qualche ora nei giorni immediatamente successivi all’acquisto, senza rimuovere etichette e senza gettare via la confezione: nel caso riscontriate qualche anomalia nella calzata, potete sempre tornare al negozio con lo scontrino e chiedere un cambio con un altro numero.


• Senza esagerare con i numeri, ricordate però che una calzatura di misura leggermente più grande rispetto alla taglia perfetta può essere comunque indossata comodamente con una calza più spessa. Una scarpa piccola o stretta non si può “recuperare” in alcun modo.

NOTE SUGLI ZAINI

Lo zaino è forse quel componente dell’equipaggiamento che, insieme alle calzature,è in grado di influenzare più cospicuamente il piacere di camminare. Chiaramente, se il carico trasportato è eccessivo, anche lo zaino migliore non potrà alleggerirlo; ma uno zaino mal costruito e inadatto alla nostra conformazione fisica potrebbe risultare scomodo anche con carichi relativamente leggeri, specie su lunghi tragitti.
 

TIPOLOGIE DI ZAINI

Gli zaini possono essere distinti soprattutto in base al sistema di sospensione (con telaio rigido oppure senza) e alla capacità (misurata in litri) più o meno grande in relazione a quanto materiale dovremo portarci sulle spalle.


LA TAGLIA GIUSTA: SMALL, MEDIUM O LARGE? 

Esistono modelli di zaino pensati specificamente per il genere femminile che tengono in considerazione le differenze morfologiche fra i sessi.

Ma va anche fatto notare che gli zaini di qualità sono prodotti in diverse taglie, cioè misure adatte alle dimensioni corporee di persone con statura diversa, proprio come una maglia o una camicia: siccome lo zaino ha dei punti di appoggio specifici (schiena, area lombare, fianchi) e viene trattenuto da spallacci e cinture, tutti questi elementi devono adattarsi quanto più possibile a fisici diversi. Pertanto, lo zaino perfetto per una persona alta 160 cm non potrà andare altrettanto bene a un’altra di 195 cm, magari con altre proporzioni corporee.


La misura discriminante è la cosiddetta lunghezza del dorso: in base alla lunghezza del dorso, le aziende raccomandano una specifica misura di zaino. In genere vengono realizzati zaini nelle taglie Small, Medium e Large, ma ci sono anche modelli disponibili solo in due taglie (S/M e M/L). Conoscendo pertanto la propria lunghezza del dorso, sarà possibile orientarsi sulla scelta della misura più corretta, andando a controllare le corrispondenze sul sito del produttore, e tenendo presente anche che alcuni modelli presentano la possibilità di una certa regolazione della lunghezza dello schienale.


SISTEMI DI SOSPENSIONE: CON O SENZA TELAIO RIGIDO

Una prima fondamentale suddivisione che si può fare negli zaini è quella in base alla presenza o all’assenza di telaio rigido.
 

Zaini senza telaio rigido

Questo tipo di zaini ultralight presenta una serie di vantaggi: aderisce maggiormente al corpo e favorisce un migliore equilibrio; è più leggero; costringe a portare dietro poca roba imponendo scelte che riducono in partenza il peso complessivo trasportato.
Vanno però tenuti presenti anche gli svantaggi: gli zaini senza telaio sono strutturalmente inadatti a trasportare pesi cospicui; l’aderenza al dorso può causare un forte accumulo di sudore sulla schiena.


Zaini con telaio rigido

I telai interni rigidi possono in genere essere realizzati con uno o una combinazione di questi sistemi: una o più barre longitudinali piatte, un bastino preformato, un tubolare periferico che mette in tensione una retina che appoggerà sulla schiena.
Gli zaini con telaio interno rigido hanno lo svantaggio di pesare di più rispetto a modelli senza telaio che abbiano capienza analoga e siano costruiti con materiali simili. Come vantaggio, però, la loro maggiore rigidità e strutturazione consente a questi modelli di trasportare carichi maggiori senza avere problemi di cedimento.


DIMENSIONI E CAPACITÀ

La capacità di uno zaino è un volume che si misura in litri. Il sistema di misura della capacità prevede che ogni zaino sia riempito di palline di dimensione standard e che poi, una volta svuotato lo zaino, il volume di queste palline venga misurato in litri.
Attenzione, però: non tutti i produttori utilizzano un sistema di misura normalizzato. Qualcuno misura solo il compartimento centrale e non conta tasconi e taschine; altri invece forniscono il litraggio totale, considerando sia il compartimento centrale che la somma di tutte le tasche, tasconi e taschine.


È chiaro che in questo modo diventa difficile comparare la capienza di due zaini di ditte diverse solo guardando un numero secco. È bene quindi cercare di capire che cosa indichino i litri del volume in uno zaino, valutando sempre la dimensione anche in maniera empirica, senza limitarsi solo a leggere i numeri forniti dai produttori: due zaini nominalmente da 30 litri, ma di marche diverse, possono avere una certa differenza di capienza.


Per le esigenze a cui fa riferimento questo opuscolo, ossia il viaggio a piedi con pernottamento in strutture, andrà bene uno zaino di capacità compresa grosso modo tra i 30 e i 40 litri, con i volumi più grandi riservati alle condizioni climatiche più fresche.

Chiaramente, per uscite di un giorno o in cui sia previsto il trasporto bagagli, basteranno zainetti più piccoli da 20-25 l, mentre per trekking con tenda, materassino e sacco a pelo, oltre magari all’attrezzatura da cucina e al cibo, serviranno volumi più grandi.


CARICARE E INDOSSARE LO ZAINO

Ci sono delle regole empiriche che ci consentono di riempire lo zaino nella maniera più opportuna e di indossarlo cosicché il peso si distribuisca nel modo migliore. Vediamo alcuni consigli.


Come riempire lo zaino

Anzitutto, dovremo tenere nelle parti più esterne e più a portata di mano gli oggetti di uso più frequente (come le borracce nelle tasche laterali) o che — come crema solare, repellente antiinsetti, cappello, occhiali e così via — possono servire in svariate situazioni della giornata.
L’attrezzatura che potrà servire durante la giornata, ma non troppo spesso, sarà riposta nella parte superiore all’interno del comparto principale dello zaino o, se presente, nel tascone superiore: completo antipioggia, borsa dell’igiene, kit di utilità, etc.
Infine, lasceremo in fondo allo zaino le parti dell’equipaggiamento che servono solo alla sera, per esempio gli indumenti di ricambio, il saccolenzuolo, e così via.


È inoltre importante cercare di distribuire i pesi in accordo con il proprio centro di gravità, per far sì che lo zaino non sbilanci il camminatore: tenere lo zaino quanto più aderente possibile alla schiena, specialmente per quel che riguarda zaini di una certa dimensione e di un certo peso.


Indossare e regolare lo zaino

Indossare e regolare lo zaino prevede di partire dal basso e procedere verso l’alto. Con tutti i cinghietti leggermente allentati, si seguiranno i seguenti passi:


• si indossa lo zaino facendo passare le braccia negli spallacci;

• stando un po’ inclinati in avanti, si stringe bene la cintura ventrale in maniera tale che la sua imbottitura e il sostegno lombare avvolgano saldamente l’area della bassa schiena e delle anche su cui appoggeranno e scaricheranno il peso;

• a questo punto si tirano le cinghie di regolazione degli spallacci in modo che le fibbie si trovino all’incirca in prossimità delle ascelle e che lo schienale dello zaino aderisca correttamente alla schiena;

• si allaccia il cinturino pettorale, senza stringerlo troppo, affinché lo zaino non si muova lateralmente;

• se presenti, si tirano le cinghie di regolazione del carico posizionate sopra gli spallacci, in modo da sentire il carico ben distribuito; devono formare un angolo di circa 45°, ma esso potrebbe anche essere minore o maggiore;


• infine, si allenta appena appena la regolazione degli spallacci.

Chiaramente, il camminatore deve imparare a regolare il proprio zaino anche in base alle proprie sensazioni corporee, ricordando sempre che il peso deve distribuirsi proporzionalmente in appoggio tra le anche (in misura maggiore) e le spalle (in misura minore).

ESEMPIO DI LISTA DI EQUIPAGGIAMENTO

Riportiamo di seguito, come esempio, un elenco base di equipaggiamento. Chiaramente, ogni camminatore aggiungerà — senza esagerare — o toglierà qualcosa in base alle sue esigenze e alle sue preferenze, e al tipo di itinerario. Ripetiamo che, nei casi in cui si attraversino paesi e cittadine, certi prodotti più comuni, nel caso servano, si possono trovare anche nei negozi; mentre, per itinerari che si spingono in aree meno antropizzate,
occorrerà portare con sé materiali e attrezzatura che non sarà possibile trovare lungo l’itinerario.
Chiaramente andranno poi valutate le differenti esigenze a seconda del genere: alcuni elementi indispensabili per una donna non lo saranno per un uomo e viceversa. È una lista base che può servire come promemoria e che ognuno modificherà opportunamente.
 

I puntini di sospensione (“…”), presenti in più parti dell’elenco, vogliono proprio indicare che la lista è aperta a modifiche e integrazioni.
Per esempio, molti camminatori utilizzano i bastoncini per aiutarsi nel passo, mentre altri non lo fanno: dipenderà dalla preferenza personale se portarli oppure no.
La lista è ipotizzata per un viaggio a piedi:
• di più giorni;
• in cui si dorme in strutture (no tenda, no materassino, no sacco a pelo);
• in cui colazione e cena si consumano in strutture (no fornello, no pentole, no stoviglie);
• che si svolge in condizioni climatiche non fredde (no alta montagna, no mesi invernali, no ghiaccio o neve); chiaramente occorre valutare per ciascun trekking le specifiche condizioni climatiche attese in quel determinato periodo, in quella particolare zona.
 

ABBIGLIAMENTO

Accanto a ciascun elemento, se è il caso, viene riportata una nota.


Vestiario indossato


Partiamo da ciò che si porta indosso quando ci si mette in cammino e che quindi non starà nello zaino.
scarpe (vedi sopra i consigli per la scelta)
calze (vedi sopra i consigli per la scelta)
mutande (in materiale sintetico o in lana merino, per evitare sfregamenti e arrossamenti)
maglietta a mezze maniche (in tessuto sintetico o lana merino)
pantaloni (meglio lunghi per i percorsi in aree boschive e più “selvagge”)
camicia / felpa / maglia a maniche lunghe / giacca antivento etc. (a seconda della temperatura esterna)
cappello e occhiali da sole (in giornate fortemente soleggiate), berretto (in giornate più fredde)

Indumenti trasportati


Passiamo ora al contenuto dello zaino, cominciando dagli indumenti aggiuntivi e di ricambio.


Due consigli: primo, meglio conservarli in sacchetti impermeabili a chiusura sicura, per evitare che si bagnino in caso di forti piogge (gli zaini non sono impermeabili, tranne alcuni specifici modelli per attività acquatiche); secondo, meglio portare meno ricambi possibile, lavando ogni sera ciò che si è indossato durante la giornata (prevedere quindi eventualmente un piccolo flacone di detersivo liquido delicato). In questo modo si riduce drasticamente il peso dello zaino.


Indumenti di ricambio


La scelta minimalista, che fa risparmiare peso, impone di portare un solo elemento per ogni capo di ricambio, lavando tutto alla sera e usando per dormire gli indumenti che si indosseranno per camminare al giorno dopo. Ma teniamoci larghi e ipotizziamo di portarne due, oltre a quelli indossati.
mutande (2 paia)
magliette (2 paia)
calzini (2 paia)
• …

Indumenti aggiuntivi


pantaloni (1 paio, valutando se sia il caso di portarli)
felpa o maglione (valutando in base alle condizioni climatiche attese)
giacca “calda” (in caso di ambienti relativamente freddi)
foulard / bandana / fascia tubolare “Buff” (può essere utile in molte situazioni, se il clima lo richiede)
leggeri sottoguanti (in sintetico molto sottile, utili in caso di freddo improvviso, ma anche in altre situazioni)
berretto caldo ma leggero (utile in caso di freddo improvviso)
poncho impermeabile / giacca + pantaloni antipioggia
• …


Calzature aggiuntive


Non dimenticare un paio di leggere ciabatte in materiale sintetico da usare la sera,
una volta tolte le scarpe con cui si cammina.
 

IDRATAZIONE


bottiglia / borraccia per l’acqua da almeno 1 litro (una o due, a seconda della facilità di trovare acqua potabile lungo il percorso) / sacca idrica dentro lo zaino
bicchiere / tazza (in metallo leggero, in silicone o in plastica rigida; non indispensabili, ma possono risultare utili).

KIT PER L'IGIENE PERSONALE


Anche nei trekking più spartani e avventurosi occorre curare al meglio possibile l’igiene personale. Non serve moltissimo, ma alcuni elementi sono indispensabili.
Nella maggior parte dei casi, le strutture in cui si dorme forniscono già sapone, shampoo e altri prodotti consumabili, ma in genere non è così negli ostelli e nei rifugi.
Raccomandiamo perciò, laddove serva portarseli, di reimpacchettare i prodotti consumabili (sapone, creme etc.) in piccoli contenitori, trasportando solo il quantitativo necessario per i giorni di durata del viaggio, o di usare prodotti in bustine o confezioni monodose.
 

borsa toilette (un sacchetto leggero in nylon o rete, evitando le classiche trousse semirigide, troppo pesanti)
dentifricio (in tubetti piccoli)
spazzolino e filo interdentale (che può anche servire come filo da riparazione…)
carta igienica (nelle strutture, ovviamente, c’è; ma portarne una piccola quantità nello zaino può essere sempre utile)
crema di protezione solare
stick per labbra
repellente per insetti
tagliaunghie / forbicine (specie se i giorni di cammino sono molti)
crema per i piedi (non indispensabile, ma utile per trattare la pelle delle estremità messe a dura prova da lunghe camminate)
sapone / docciaschiuma (non necessario nella maggior parte dei casi, in contenitori piccoli)
gel per la disinfezione mani (indispensabile, durante la giornata all’aperto, dopo le soste alla “toilette” e prima di consumare il pasto al sacco)
asciugamano in microfibra (necessario uno grande se si alloggia in strutture che non forniscono asciugamani, utile sempre uno piccolo e leggerissimo)
salviettine imbevute, deodorante, cotton fioc, prodotti per rasatura, prodotti per il trucco (valutare caso per caso cosa portare o lasciare a casa)
• …


KIT DI UTILITÀ (per riparazioni ed emergenze)


Se siete in un viaggio con accompagnamento professionale, sarà in genere la guida ad avere un adeguato kit per le riparazioni e le emergenze. Ma l’autosufficienza è un positivo obiettivo a cui tendere, per cui forniamo qualche indicazione, seppur incompleta.


set cucito (un paio di aghi di misura diversa, un po’ di robusto filo da cucito, qualche spilla da balia, un ditale di plastica)
• cordino (non è indispensabile, ma una matassina da 5-10 m di cordino di piccolo spessore può servire a tante cose, dalle riparazioni all’asciugatura dei panni…)
• nastro adesivo (molto utile per tante riparazioni, specie se del tipo “americano” o duct tape)

coltello / pinza multiuso (il classico coltello svizzero o gli attrezzi multiuso con pinza)
• accendino (utile in varie situazioni, anche solo per saldare il capo di un cordino sintetico)
coperta di emergenza (la “metallina” o coperta di Mylar è un elemento indispensabile, che in certi casi può salvare la vita; costa poco, pesa poco ed è bene sempre averne una nello zaino)
• …

KIT DI PRIMO SOCCORSO


Chiaramente, se non si è in grado di intervenire con adeguate competenze di primo soccorso, il kit servirà a ben poco. Pertanto, le indicazioni che seguono — peraltro estremamente sommarie — sono rivolte a chi abbia già una base di conoscenze e capacità relative al primo soccorso.
Per gli altri, è inutile portare attrezzi o materiali che non si sanno usare. È però importante avere sempre con sé i farmaci che eventualmente si devono assumere regolarmente su prescrizione medica.


borsa contenitore (evitare cassette rigide e preferire borsette / sacchetti di nylon, più leggeri)
forbici bottonute (utili in tante situazioni, non solo per il soccorso)
ago (da disinfettare, utile per estrarre una piccola scheggia etc.)
pinzette
strumento per l’estrazione delle zecche (tipo O’Tom Tick Twister, ad esempio)
salviette imbevute di disinfettante
garze sterili e non sterili
• benda per fasciature
cerotti di diverse misure
cerotto lacerabile (tipo Leukopor)
cerotti idrocolloidali per vesciche
• telo triangolare…
• … e quant’altro (dispositivi, farmaci etc.) ritenuto adeguato e necessario in base alle
proprie competenze e alla propria preparazione riguardo al primo soccorso.

OTTICHE ED ELETTRONICA


torcia frontale / torcia elettrica a mano (utile avere una fonte di illuminazione, specie nei periodi con giornate più corte, oltre che per muoversi al buio in rifugi e ostelli)
binocolo (eventualmente per chi fosse particolarmente interessato all’osservazione naturalistica)
attrezzatura fotografica (eventualmente per chi è fotografo / videomaker)
telefono cellulare con caricabatteria
power bank (quando non si abbia accesso alle prese di corrente per più giorni)
• …

CANCELLERIA E MATERIALE PER L'ORIENTAMENTO


Da valutare, in base al tipo di viaggio e alle proprie preferenze, cosa eventualmente portare tra taccuino con penna/matita, mappe topografiche, strumenti per l’orientamento (bussola, altimetro, ricevitore GNSS) e così via.

DOCUMENTI E DENARO


Due consigli importanti per ridurre il peso: primo, evitare portafogli completi, magari in pelle, che pesano moltissimo, più del loro contenuto, e preferire invece una leggera bustina in materiale sintetico, con la zip; secondo, non portare interi mazzi di chiavi ma solamente quelle che effettivamente serviranno per rientrare in casa e per l’automobile (nel caso si usi questo mezzo per raggiungere il punto di partenza del trekking).


bustina “portafoglio” (leggera e sufficientemente capiente)
documenti (carta di identità, tessera sanitaria, patente auto, eventualmente passaporto etc.)
denaro / carte di pagamento (portare una adeguata quantità di denaro contante per quelle situazioni più “remote” in cui non è facile trovare sportelli bancomat lungo il percorso e non tutti gli esercenti accettano le carte di debito/credito)
• …
 

Fermiamoci qui e ribadiamo che si tratta di una lista indicativa buona come base di partenza, ma da modificare, integrare o ridurre in relazione alle preferenze di ognuno e al contesto geografico e climatico nel quale si svolgerà il trekking.

IL PESO MASSIMO DELLO ZAINO


Non sviluppiamo qui il tema dell’alleggerimento dello zaino, con le varie strategie ultralight per caricarsi sulla schiena il minor peso possibile. Basti sapere che, per camminare con comodità, senza avvertire eccessivamente il peso del carico, lo zaino a pieno carico dovrebbe pesare circa il 10% del proprio peso forma corporeo.
Vale a dire che una persona il cui peso forma è di 75 kg non dovrebbe portare uno zaino più pesante di 7,5 kg. Se è meno, è meglio.
Ma ricordate che stiamo parlando di viaggi a piedi in cui non si porta tenda, materassino e sacco a pelo: quindi sarà piuttosto facile rispettare questa proporzione.

per approfondire

Consigli Utili
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Cosa Portare
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